
Villa Valmarana Ciscato
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Ho un debole per gli edifici storici, sarà perché fin da piccola mi è stata trasmessa la passione per la storia e la cultura. Mi piace anche l’idea di aprire le finestre di casa intravedendo Villa Valmarana Ciscato. Siccome ogni luogo racconta una storia, ho cercato di saperne di più.
La storia di Villa Valmarana Ciscato
Risalente al Settecento, fu abitata dai conti Velo finché nella prima metà dell’Ottocento passò a Giuseppina Lampertico, moglie del conte Angelo Valmarana. Nel 1980 fu ceduta alla famiglia Ciscato, proprietari della Foc Ciscato Spa che da oltre cent’anni si occupa di forgiatura.
Villa Valmarana Ciscato subì due importanti interventi architettonici: il primo nell’Ottocento per opera di Antonio Caregaro Negrin (lo stesso che lavorò su Villa Rossi a Santorso) e l’altro nel 1925, a seguito di alcuni danneggiamenti subiti durante la prima guerra mondiale. Del complesso fa parte anche la piccola chiesa di S. Antonio, progettata dall’architetto Antonio Pizzocaro e così descritta nel Daniele Cortis di Antonio Fogazzaro:
La chiesettina di Villa Carrè, accoccolata in un canto del giardino, fra il cancello e una macchia d’abeti, non aveva quasi mai posato, la notte fra il 28 e il 29 giugno, di far chiasso con le sue campanelle.
La facciata della chiesa è ben visibile su via Venini.
Villa Valmarana Ciscato diventa Villa Carrè
Antonio Fogazzaro, che amava il posto così tanto da farsi costruire Villa Montanina, aveva sposato la figlia dei conti Valmarana, Margherita. Qui, nel 1885, scrisse e ambientò il Daniele Cortis, trasformando Velo d’Astico in Villascura e Villa Valmarana in Villa Carrè.
Devo ancora iniziare a leggere il romanzo, ma Wikipedia mi dice che narra l’amore impossibile tra Daniele Cortis e la cugina Elena Carrè, sposata a un uomo che non la comprende. Dietro la vicenda si articola il conflitto tra interesse politico e fede individuale. Nel 1947 è stato tratto un film omonimo diretto da Mario Soldati.
Villa Valmarana Ciscato oggi
Oggi la villa è disabitata e purtroppo anche trascurata. Non sono riuscita a trovare le foto che ho scattato qualche anno fa, ma in queste si notano nuovi lievi crolli. Davvero un peccato visto il luogo particolare e pieno di storia.
Sul sito del Consorzio Pro Loco alto Astico e Posina ho letto che l’interno non è più arredato. Rimane la caratteristica sala a crociera che si apre in un belvedere rivolto ai quattro punti cardinali: sulla pianura vicentina, verso le pendici del Summano, sul Priaforà e verso il Cengio. Sulla facciata è ancora presente lo stemma dei conti Velo.
Fossi nella famiglia Ciscato ristrutturerei la villa, aprendola magari al pubblico come luogo fogazzariano. Si potrebbero organizzare tantissime attività sia all’interno che nel giardino: cene, animazioni, incontri culturali… ma forse mi sto facendo prendere un po’ troppo la mano. Deformazione professionale.


Foto d’epoca: Orsolina Perozzi – Ed. L. Chiovato


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