
Un pomeriggio a Villa Velo
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Una domenica pomeriggio di settembre ho finalmente varcato il cancello di Villa Velo. Una soddisfazione per me, che sono sempre rimasta incuriosita da ciò che vedevo da fuori, ma anche per tutti coloro che da tempo mi chiedono notizie sul restauro. Sì, amici, Villa Velo sta tornando a nuova vita!
Grazie al proprietario Antonio Finozzi e al custode Stefano Mosele, ho camminato nei luoghi descritti da Antonio Fogazzaro nel suo Daniele Cortis. Improvvisamente, tutto ciò che ho letto, ha iniziato a prendere vita.




Le origini di Villa Velo
L’intero complesso venne costruito nel 1752 da Girolamo Velo, figlio di Giambattista. All’epoca le proprietà dei Conti non arrivavano più fino agli altipiani di Lavarone e Folgaria, ma si allargavano comunque nei dintorni di Velo d’Astico e Arsiero.
La posizione scelta per Villa Velo è eccezionale e permette uno sguardo panoramico sulla vallata: da un lato il Monte Cimone e il Cengio, dall’altro il Summano e il Priaforà. Il giardino stesso ha l’importante compito sia di abbellire la proprietà che di rinfrescare l’ambiente durante il caldo estivo.
Il Conte Girolamo, nipote dell’omonimo zio che nel 1685 richiese la costruzione della cappella gentilizia, apparteneva a una famiglia benestante che si era arricchita grazie al commercio della seta. Il padre Giambattista fu deputato, console, consigliere del re di Danimarca e ambasciatore a Vienna. Girolamo ebbe l’investitura feudale nel 1740 e successivamente fu nominato Principe degli Accademici Olimpici.
La costruzione di Villa Velo fu senz’altro un’opera straordinaria, vista la grande quantità di rocce che furono tolte per far spazio agli edifici, al parco e agli orti. Lo testimonia la scritta incisa sul portale d’ingresso:
Hieronimus de Velo Joannis Bapt. F. rupe ingenti sublata veterem domum et incultam ornavit et auxit hortos et salientes addidit sibi posterisque suis an. MDCCLII
Girolamo di Velo figlio di Giovanni Battista rimosse grandi pietre arricchì la decadente e trascurata casa e aggiunse giardini e fontane per i suoi discendenti anno 1752.
Non si hanno indicazioni precise sulle precedenti abitazioni dei Conti Velo, ma sicuramente erano vecchie e in rovina. Tra le migliorie volute da Girolamo ci sono il rinforzo delle strutture portanti e l’aggiunta di un piano alla dimora residenziale. Anche gli stucchi, i soffitti, i pavimenti e alcuni affreschi sono stati voluti dal Conte.
Al termine dei lavori, Villa Velo era costituita dalla vecchia abitazione privata, dalla parte centrale che divideva il giardino dal parco con la peschiera, dalle scuderie, dalla casa del fattore, dal portico, dalla colombara e dall’adiacente fabbricato che si pensa possa essere l’originale dimora risalente alla fine del Quattrocento.



Villa Velo, Antonio Fogazzaro ed Egidio di Velo
Si ascende per di là ad un quieto seno aperto del colle, e quindi, fra gli alberi, al piano erboso dove una colonna di marmo antico, portata dalle terme di Caracalla in quest’altra solitudine reca sulla base due mani di rilievo che si stringono e le seguenti parole: “Hyeme et aestate et prope et procul usque dum vivam et ultra”.
D’inverno e d’estate, da presso e da lontano, fin ch’io viva e più in là.
Villa Velo deve la sua notorietà anche al grande scrittore Antonio Fogazzaro che, proprio in questa villa, collocò l’abitazione di Daniele Cortis, protagonista dell’omonimo romanzo del 1885. Celebre è la presenza della colonna spezzata, che in più riprese viene citata nel romanzo come simbolo dell’amore infranto tra Daniele e la cugina Elena.
La colonna in marmo rosso esiste davvero e fu recuperata dalle Terme di Caracalla (Roma) da Girolamo Egidio di Velo, figlio di Girolamo Giuseppe. Originaria dell’Egitto, la colonna venne prima sistemata nel parco e successivamente spostata nel giardino davanti al palazzo centrale. Il conte era un appassionato dello studio palladiano e scavò a Roma tra il 1824 e il 1827. I materiali rinvenuti nello scavo furono prima portati a Velo d’Astico e successivamente donati al Municipio di Vicenza. Prima di morire, Egidio dispose nel suo testamento di lasciare 100.000 lire venete per la costruzione della sepoltura di Andrea Palladio, in cui verrà rappresentato egli stesso all’interno di un bassorilievo.



Villa Velo e la Grande Guerra
Sede del Comando Militare Italiano di primissima linea, Villa Velo subì ingenti danni dagli stessi militari che ospitava. Così scriveva Andrea Moschetti nel volume I danni ai monumenti e alle opere d’arte delle Venezie nella guerra mondiale 1915-18, ed. 1928:
Non troppo gravemente offesa dal cannone, essa subì purtroppo il bestiale vandalismo di truppe che vi furono ospitate. Nella sala d’ingresso un pittore del primo Ottocento, forse GioBatta Canal, aveva narrato sulle pareti e sulla volta alcune delle storie di Pio VI, con l’ingresso del generale Berthier in Roma e la partenza del Pontefice […]. Ma le facce del Pontefice e degli altri personaggi servirono di bersaglio alle rivoltelle degli occupanti, e la volta fu in parte distrutta per trarne legna da ardere. […] Tutte le altre sale e stanze sono in rovina; e il mirabile parco, che servì da sfondo alle soavi e romantiche figure fogazzariane, solcato in più luoghi dalle trincee austriache e devastato, appena ora va risorgendo.
Fortunatamente le parole di Moschetti oggi risuonano lontane. Villa Velo ha recuperato (e continua a recuperare) il suo antico splendore, anche grazie agli attuali proprietari. Il restauro dei dipinti danneggiati venne realizzato nel 1964 da G. B. Bastianello.


Villa Velo oggi
Oggi Villa Velo ha riaperto i suoi cancelli e il merito è indubbiamente della famiglia Finozzi. I lavori di restauro procedono alacremente e i primi sposi hanno già potuto festeggiare il loro giorno più bello in una cornice storica e senza eguali.
Grazie ad Antonio e a Stefano ho potuto girare per i giardini, scoprire dove veniva coltivato l’orto e ammirare i bellissimi affreschi che ho promesso di non mostrarvi (per il momento). Ho camminato lungo il sentiero che porta alla Montanina e che all’epoca veniva percorso in carrozza. Ho ammirato il lago della villa e immaginato la sua bellezza durante ogni stagione dell’anno. Ho ascoltato i progetti in programma per Villa Velo, con la certezza che ogni velese rimarrà soddisfatto di quanto accadrà.
Le occasioni per entrare in villa non mancheranno e la prima sarà a breve. Domenica 4 novembre, alle ore 16, il prof. Giovanni Matteo Filosofo svelerà il mistero del ciclo d’affreschi “napoleonici” presenti nel Salone d’Onore. A seguire, alle ore 17, Giovanni Bertolazzi eseguirà un concerto esibendosi su un magnifico pianoforte Borgato.
Sarà il primo concerto di Villa Velo dopo anni di chiusura al pubblico. Ci vediamo lì? 😉




7 commenti
Franco Di Martino
Ho abitato a Velo d’Astico dal giorno 30 dicembre 1943 al 7 maggio 1945. Durante questo periodo fu prima sede sede della famiglia De Vincentiis- il padre del mio amico coetaneo era un alto funzionario della RSI – , poi furono costretti alla coabitazione con il comando del campo di avanguardisti che occuparono e devastarono il magnifico parco. Comunque io avevo libero accesso e ricordo lo straordinario salone in velluto rosso e soprattutto il mobile con giradischi e una fornitissima raccolta di dischi. Indimenticabile il laghetto del parco pieno di trote. Ma ricordo anche l’assassinio di un maggiore della milizia , un mattina, davanti agli occhi delle due figlie. La rappresaglia fu feroce. Catturarono due renitenti, li torturarono selvaggiamente e li fucilarono sul sagrato della chiesa davanti alla casa della famiglia Pettina, Io avevo 14 anni e fui costretto ad assistervi con mio nonno
Carlo
Buongiorno.
Complimenti per la bellissima presentazione e per le belle foto.
Negli anni ’80 ho avuto la fortuna di risiedere per alcuni giorni nella villa durante alcuni campi scuola organizzati da una associazione studentesca. Mi piacerebbe tornarci.
Volevo chiedere se la villa può essere visitata e con che orari.
Grazie
Silvia Bresin
Vorrei ritornare a visitare Villa Velo e il suo parco e peschiera come fare????mandatemi contatti utili. Grazie
Tiziana
Buonasera ,
Questa bella villa si può visitare adesso o no ?
Se si ,chi bisogna contattare ?
Grazie. Tiziana
Antonio
Bellissime foto con descrizioni interessanti. Conservo un ricordo che ancora mi emoziona pensando alle vacanze estive degli anni 60 trascorse in villa.
Ero ospite nella villa presso i Padri missionari del PIME.In quegli anni frequentavo le medie e in questi mesi dovevo impegnarmi anche a studiare per riparare alcune materie. Ho potuto ugualmente divertirmi giocando, facendo recite, costruire la capanna nel boschetto, cucinare, vivere in gruppo ,fare escursioni nelle montagne vicine.Bei tempi.Grazie Velo per avermi fatto vivere queste esperienze.
Chiara
Ciao a tutti, anche io ho bei ricordi di villa Velo, ci andavo all’età di sette, otto anni con mia mamma che era cuoca per i soggiorni del Pime, ricordo la custode della villa, la signora Pia e la sua bontà, ricordo quanto abbiamo giocato con le amiche di quei giorni tra il giardino e il boschetto. L’odore dell’incenso che proveniva dal bazar dove i ragazzi del Pime si potevano comprare dei ricordini… Un sogno datato 1979-1980…che belle foto, grazie!
Ana Velo
(I’ll write in english ‘cause I’m still learning italian)
As you can see by my name, I am from the Velo family. My great-grandparents and my grandpa came to Brazil running away from the WWII. My biggest dream is to visit our village and city and learn more about our history