
Il Parco dell’Emigrante di San Pietro in Valdastico
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Oltre 1.900.000 veneti, tra il 1876 e il 1900, furono costretti a emigrare a causa della povertà. Un lungo viaggio di sacrifici e nostalgia che li portò in Argentina, Brasile, Messico e in diverse altre parti del mondo. Lì si rimboccarono le maniche e, senza mai dimenticare le proprie origini, fondarono nuove città come San Pietro Encantado.
La grave crisi economica del secondo dopoguerra costrinse nuovamente i veneti a lasciare l’Italia. Le nuove emigrazioni, dal 1945 al 1960, portarono molti veneti anche in Australia, Belgio, Svizzera e Sud Africa.
Così, per ricordare chi è partito e per sentirsi vicini a coloro che non sono più tornati, il 15 agosto 2017 è stato inaugurato il Parco dell’Emigrante. Il giardino, fortemente voluto dal Comitato Emigranti di Valdastico e sostenuto dall’Ente Vicentini nel Mondo, è stato progettato dall’architetto Luisa Fontana accanto alla Cappella di S. Croce.

Il racconto del Parco dell’Emigrante
Inizialmente era una semplice area giochi, ma oggi il Parco dell’Emigrante è testimone imprescindibile della speranza e del coraggio di chi è partito. Una storia che si può ripercorrere partendo dall’ingresso a nord del giardino.
Il primo incontro è con le sagome degli emigranti che, pronti e fiduciosi, guardano in avanti verso il futuro. Il sentiero porta quindi al respingente ferroviario, una metafora sia dell’arrivo che della partenza verso nuove città. Un percorso che passa attraverso molte nazioni (le bandiere) e che rappresenta il lungo cammino, a volte incerto, tra la folla delle stazioni e dei porti.

Tre punti panoramici si affacciano sulla Valle dell’Astico a simboleggiare le diverse strade intraprese da chi è partito. Sguardi sull’orizzonte, che a noi mostrano un’incredibile vista sui monti circostanti.
Al centro del parco si trova il Monumento all’Emigrante, un grande mappamondo decorato a mosaico che ricorda la situazione precaria degli emigranti. I colori rappresentano la luce e la speranza contrapposte alla miseria e alle difficoltà.





Il luogo della memoria
Il viaggio termina davanti un vecchio binario interrotto, a ricordo di tutti coloro che sono morti prima di realizzare i loro sogni. Sono presenti anche dei respingenti su cui è possibile sedersi per guardare verso la valle.
La Cappella di S. Croce dedicata all’emigrante, costruita nel 1836, è decorata con gli affreschi dell’artista Aldo “Al” Sartori. È qui che gli emigranti venivano a pregare prima di salutare per sempre la propria terra. Una bellissima scritta cita: “figli di questa terra avara e generosa, rimasti per le vie del mondo, voi vivrete sempre nel ricordo delle generazioni future.“



Come arrivare al Parco dell’Emigrante
Per arrivare al parco da Velo d’Astico si prende la strada principale in direzione di Pedescala. Attraversato il centro abitato, si passa anche per Setteca’ e Forme Cerati. Il Parco si trova subito all’ingresso di San Pietro, sulla sinistra.



Un commento
Marta Magonara
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