
Forte Interrotto, l’ex caserma a Camporovere di Roana
Grande, maestoso, imponente.
È questa l’impressione che mi ha fatto Forte Interrotto appena sono arrivata. Quasi un castello di quelli che piacciono a me e a mio marito, tipo Bardi e Beseno per intenderci. Ma partiamo dall’inizio.
Forte Interrotto non è un forte interrotto
Costruito nell’800, il forte è in realtà una caserma difensiva in stile medioevale concepita per ospitare il Battaglione alpini “Bassano”. Il nome “Interrotto” è quello del monte che lo ospita e deriva dal termine cimbro Hinterrucks, “cima posta a nord”. A nord dell’Altopiano di Asiago. Il suo scopo era quello di difendere il confine che si affacciava sulla Val d’Assa. Nella prima guerra mondiale venne utilizzato come punto di osservazione, finché durante la Strafexpedition non fu abbandonato e occupato dall’esercito austroungarico.


Salendo da Camporovere a Forte Interrotto (m 1392)
Si può salire al forte anche in auto, ma noi abbiamo preferito lasciarla a Camporovere e proseguire a piedi. Il percorso è lungo, prima scoperto tra i campi e poi immerso nel bosco, ma ne vale la pena. Abbiamo visto aeroplani partire e atterrare e abbiamo ascoltato un falchetto che cantava non troppo lontano da noi.
La strada asfaltata si interrompe sul monte Rasta (m 1260), dove l’esercito italiano costruì delle batterie tra il 1883 e il 1885. Costruzioni simili sono quelle di Canove di Sotto (Roana), casa Ratti (Pedescala), Costo di Sotto (Arsiero), S. Rocco (Arsiero) e Soio Rotto (Arsiero). Queste batterie sono caratterizzate da gallerie di collegamento costruite nella roccia o, quando non era possibile, aggiungendo una controvolta in muratura o pietra.




Visitando Forte Interrotto
Il forte accoglie il visitatore con la sua struttura possente. Esattamente come un castello, il bastione era dotato di fossato e ponte levatoio. La facciata ad arcate era coperta da un muro crollato nel dopo guerra a seguito di esercitazioni militari. Le due torri erano difese dai fucilieri, le feritoie servivano per i cannoni.
Costruito su due piani, il forte è stato recentemente ristrutturato fino a tornare alla sua struttura originaria. L’edificio comprende un ampio cortile interno, dove si trovava la cisterna d’acqua, e alloggi per le truppe, magazzini dei viveri, un deposito per le munizioni, la stalla per i cavalli, la cucina, il deposito per il legname… tutto visitabile e segnalato da appositi cartelli.
Di particolare interesse è anche l’installazione del Suono Interrotto. Realizzata nel 2015 per il centenario della Grande Guerra, è costituita da 100 tubi in alluminio con un diametro di 3,5 cm (come gli anni della durata del conflitto). Le misure dei tubi variano dai 100 cm ai 1915 cm. Il suono è rilassante, a tratti zen. L’idea è di Cristiano Fracaro.










Il Suono Interrotto


Da Forte Interrotto a Monte Mosciagh (m 1.486)
Dopo una breve pausa sulle panchine che si trovano dietro al forte, abbiamo deciso di proseguire fino a Monte Mosciagh. È lì che si trovano i cimiteri austroungarici in cui sono seppelliti 1.142 soldati. La passeggiata dura circa un’oretta, attraverso un percorso nel bosco che fiancheggia vecchie trincee e casematte.
Appena prima dei cimiteri Mosciagh 1 e Mosciagh 2, in una zona aperta, si trova il monumento dedicato alla Brigata Catanzaro. Un cartello informativa racconta la loro storia, il loro coraggio e il loro valore.
Dai cimiteri è possibile proseguire verso il Mosciagh 3 o verso il cimitero Val Galmarara e il Bivio Croce del Francese.
Visitare questi luoghi porta davvero a riflettere su quante persone abbiano sacrificato la propria vita. Come diceva una dedica nel registro dei visitatori, “basta guerre, risolviamo i problemi con meno egoismi.”
















