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Dintorni

Un pomeriggio al Forte Corbin

Distanza da Velo d'Astico: 19,8 km - 31 minuti secondo Google Maps.
+5 km a piedi (o in auto) dalla chiesa di Treschè Conca al Forte

Non ho mai amato la storia della prima guerra mondiale. Forse perché ho avuto professori che la snocciolavano come fosse una lista della spesa. Forse perché ho un prozio seppellito a Redipuglia e la sua perdita devastò la mia bisnonna.

Ho iniziato ad apprezzarla solo grazie al mio fidanzato, che mi ha fatto vivere i luoghi in cui la guerra è stata combattuta. Ho capito che la guerra è stata sì sofferenza, ma grazie a tanti eroi abbiamo anche un retaggio di valori e responsabilità.

Tacito Polelli Redipuglia
Mio prozio Tacito Polelli, 1894-1917

Tra i luoghi visitati, uno sicuramente suggestivo e vicino a casa è il Forte Corbin.

La storia del Forte Corbin

Iniziato a costruire nel 1906, il Forte di Punta Corbin è uno dei forti italiani delle Prealpi vicentine. Il suo scopo principale era quello di difendere la Valle dell’Astico dalle invasioni austroungariche. Non ebbe mai un ruolo di protagonista: dopo pochi mesi dall’inizio della guerra, privato dei cannoni, divenne inadatto. Nel 1916 venne occupato dagli austroungarici per poi tornare in mano degli italiani. Infine, ormai deturpato, divenne un osservatorio verso il Monte Cimone.

Forte Corbin
Foto d’epoca di Forte Corbin – fonte www.fortecorbin.it
Forte Corbin
Foto d’epoca di Forte Corbin – fonte www.fortecorbin.it

Dopo la guerra, il lento declino: il Forte Corbin venne inizialmente utilizzato dall’esercito per gli addestramenti e poi abbandonato privo di cupole e senza sorveglianza.

Il Forte Corbin dei giorni nostri

La nuova vita del Forte Corbin è una storia che parla di valorizzazione, recupero e passione. Se infatti l’attività dei recuperanti del dopoguerra aveva contribuito a rovinare ulteriormente la struttura, la vera svolta arrivò quando Emilio Panozzo, contadino di Treschè Conca, acquistò il complesso. Era il 1942.

I primi lavori di restauro iniziano negli anni ’80 grazie alla lungimiranza di Severino, figlio di Emilio, che per decenni si impegnò a rimuovere le macerie e a ricostruire le parti. Il Forte stava lentamente tornando a essere accessibile, senza nessun contributo pubblico.

Grazie alla famiglia Panozzo, che continua a prendersi cura della struttura, il Forte Corbin è oggi completamente visitabile sia all’interno che all’esterno.

mappa forte corbin
Percorso di visita del Forte Corbin – fonte www.fortecorbin.it
Corbin
Camminando verso il corpo principale

Forte Corbin

Vista sugli alloggi degli ufficiali

Il museo di Forte Corbin

Nella caserma di comando, compreso nel prezzo del biglietto, c’è anche uno dei musei più belli e interessanti dedicati alla prima guerra mondiale. Custode di oggetti originali recuperati durante i restauri, il Museo Storico Militare Forte di Punta Corbin racconta la storia grazie anche alle fotografie e ai documenti ricevuti in dono.

Vivere il Forte Corbin

La visita al Forte Corbin si trasforma in un’esperienza grazie ai vari servizi offerti dalla famiglia Panozzo. Dalle visite (individuali o guidate) all’area ristoro. Dalle escursioni naturalistiche ai servizi fotografici. Gli elementi per trascorrere un’intera giornata al Forte ci sono tutti!

Degni di nota (e di lode) anche le varie iniziative culturali organizzate per coinvolgere maggiormente il pubblico: apertura speciale per la Notte dei Musei, esibizione di falconieri, osservazioni del cielo in notturna, presentazioni di libri…

Forte di Punta Corbin
Punto di osservazione sul Monte Cimone
Fossato anti-uomo
Scale di collegamento tra le gallerie

La mia esperienza

Sono stata due volte al Forte Corbin e della prima visita non ricordo molto (chissà quanti anni sono passati). La seconda invece è stata molto coinvolgente e interessante, a partire dal parcheggio di Treschè Conca in cui abbiamo lasciato l’auto.

Il cielo non era proprio splendido, ma la passeggiata di un’oretta fino al Forte è stata piacevole. Lungo il percorso abbiamo potuto godere della bellezza della natura tra dolci colline, boschi e luoghi storici come la postazione in cui cadde Carlo Stuparich o la caserma dei carabinieri.

Itinerario segnato con gli orari di Forte Corbin
Lapide in memoria di Carlo Stuparich
Corbin
Prima caserma e poi padiglione del genio
“Il saggio” scolpito nella roccia, scultura di Aldo Peotta

Una volta arrivati al Forte siamo stati accolti dalle note del coro degli alpini. In un’atmosfera caratteristica abbiamo iniziato a perlustrare Forte Corbin fermandoci ad ammirare il panorama e immaginando come dovesse essere vivere durante i combattimenti. Siamo stati guidati, per tutto il percorso, dalle didascalie e dalle fotografie dell’epoca.

Dopo una full immersion storica, con ancora forti i sentimenti di rispetto nei confronti di chi ha combattuto qui, ci siamo sentiti spaesati nel trovare l’area pic-nic così vicina alla trincea e al fossato anti-uomo. Quest’area, posizionata letteralmente sopra al Forte, permette ai visitatori di riposarsi, mangiare e prendere il sole. L’idea di rimanere a leggere un libro in totale relax non è male. Prendere il sole ci sembra invece un po’ eccessivo, visto il luogo.

Corbin
Il Forte Corbin intravisto dal bosco
Camminamento sottocosta
Corbin
Arsiero tra la foschia
Forte Corbin
Gli alloggi degli ufficiali
Forte di Punta Corbin
Cisterna di acqua piovana
Sguardo sull’abbeveratoio
Forte di Punta Corbin
Guardando fuori dal corpo principale
Dal piano superiore del corpo principale

Finito il giro di Forte Corbin siamo entrati nel piccolo museo su due piani. Abbiamo potuto leggere la storia della rinascita del luogo grazie agli articoli di giornali. Interessante come alcuni giornalisti puntassero il dito contro la famiglia Panozzo temendo una chissà quale svalorizzazione della struttura. Al piano terra è stato possibile anche visionare l’episodio di Ulisse girato nel 1997. L’ennesima dimostrazione che gli Angela non invecchiano mai!

Al piano superiore la storia diventa più reale e concreta, grazie a cimeli e alle tante fotografie. Una sala è dedicata alla memoria del giovane Matteo Miotto, ucciso il 31 dicembre 2010 durante la Missione Nato Isaf in Afghanistan.

Come arrivare al Forte Corbin (1.096 m slm)

Per arrivare al Forte, partendo da Velo d’Astico, abbiamo preso la strada del costo in direzione Asiago. Arrivati a Treschè Conca abbiamo parcheggiato l’auto davanti alla chiesa e ci siamo incamminati lungo il sentiero di 5 km (percorribile anche in auto). Le indicazioni sono chiare e si arriva in un’oretta.

Forte Corbin è aperto con orari diversi a seconda della stagionalità. Chiuso da dicembre a marzo.

Qui trovate maggiori informazioni.

Forte di Punta Corbin
Cono di scoppio
Camminamento sottocosta
Forte Corbin
Una delle cupole mancanti
Forte Corbin
Osservatorio sulla valle dell’Astico
Torrione di Pedescala
Forte Corbin
Trincea coperta
Galleria di collegamento alla trincea scoperta
Forte Corbin
Camminando nel fossato anti-uomo
Forte Corbin
Sopra al fossato
forte corbin
Forte Corbin visto dalla strada della vecchia ferrovia

Sono Martina Polelli, abito a Velo d'Astico dal 2017 e con Love Velo d'Astico racconto la curiosità con cui sto scoprendo questo luogo coccolato dalle montagne. Una storia fatta di fotografie, pensieri ed esperienze. Una storia scritta per far innamorare chi già conosce questo paese e chi ci capita per caso.

Un commento

  • ermanno panozzo

    Fotografie bellissime – complimenti
    peccato che ora il “pilastro” difronte al cippo non c’è più dicono che è stato un autocarro carico di legname a ribaltarlo ma ,che fine a fatto ? io ne è ricordo da quando ero bambino e quindi più di 70 anni fà quando dopo malga ronchetto non si poteva più passare in quanto agli “incasseri” c’erano gradoni di roccia con delle “rotaie” che permettevano il passaggio delle ruote del carretto del Latte – al tempo faceva il giro delle malghe a raccopglierlo. Sotto i Pilastri e la caserma dei carabinieri (negli ultimi anni di guerra adibita ad ospedale ) c’è il fontanello – piccola presa di acqua anche in piena estate – dopo 150 metri dai Pilastri a destra partiva una strada militare che portava in primis alle cave di marmo utilizzate dai militari per ricavare cippi che ancora ogni tanto si incontrano nei boschi con l’indicazione della distanza dai punti di comando e che proseguendo imboccava una careggiata che si ricongiungeva con la strada asfaltata subito dopo la sgreva . * curiosità – la sgreva era il punto più alto della strada asfaltata dove i carri carichi di legname provenienti dai boschi della val di Silà venivano scaricati. ritornando alla militare questa adesso è stata “arbitrariamente ” chiusa da chi ha ristrutturato una casa in blocchi di cemento costruita negli anni 70 . proseguendo verso forte corbin dopo una ampia curva da dove partono due stradine di montagna nel bosco esiste la “baschiera ” una ampia spelonca al cui interno prima per una scaletta militare in ferro e poi per gradini incavati nella roccia si raggiunge una ampia vasca d’acqua che riforniva forte corbin ed utilizzata dai Malgari per conservare il burro .

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