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La cappella gentilizia dei conti Velo

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La cappella gentilizia dei conti Velo si trova nel centro di Velo d’Astico, nascosta da un ambiente naturale che quasi la protegge. Proprio per questo non l’avevo mai notata, almeno finché non ho deciso di andare a vedere da vicino la villa adiacente. La stradina da imboccare è una laterale di via Scarpa.

cappella gentilizia dei conti velo
La strada privata che porta alla cappella gentilizia dei conti Velo

“Voglio e comando, che seguita la mia morte i Signori miei Commisarij delli denari […] facciano costruire, e frabricare una Chiesolla honorevolissima sotto il titolo del Redentore.”

La storia della cappella gentilizia dei conti Velo

La cappella gentilizia venne richiesta da Girolamo Velo nel 1685, ma fu realizzata solo nei primi anni del ‘700. Le idee erano ben chiare: il conte desiderava una pala d’altare rappresentante il Cristo Redentore portante la croce. Inoltre, così come dettato al dottor Cesare Vigna, dovevano essere presenti le immagini della Beata Vergine Maria e dei santi Iseppo, Girolamo, Domenico, Francesco, Antonio di Padova e Pietro dell’Alcantara.

I quarelli e i copi erano già decisi e pronti nella sua fornasa di Villaverla. Il materiale per altare, porte e finestre era a libera scelta. L’importante era che fossero belle e commode alla fabrica. Era previsto anche un sostegno economico di 72 ducati all’anno.

L’11 maggio 1704, Girolamo figlio di Gio. Battista (nipote del conte) chiese finalmente la licenza di fabricare una Chiesa nella Villa di Velo nel sito del Capitello dell’Horto dell’Illustrissimo Sig.r Co: Gio. Battista Velo in adempimento della pia dispositione del Sig.r Co: Girolamo suo Zio. La conferma arrivò, ma su quel terreno era già presente un capitello che non poteva essere spostato.

Da uno scambio di lettere tra il vescovo Venier e l’arciprete Vanotti di Velo, con tanto di dichiarazione rilasciata da Francesco Chiocarelli Muraro in Piovene, emerge il timore di vedere il capitello andare distrutto durante lo spostamento. Si optò quindi per un cambio di progetto: la cappella del Redentore sarebbe stata costruita distante due o tre pertiche rispettando però i Sacri Canoni, le disposizione Apostoliche ed evitando un’eccessiva vicinanza con le acque del torrente.

Finalmente, il 16 maggio 1704, arrivò la licenza per fabricar un publico Oratorio da dedicarsi al s.r. Iddio sotto l’Invocation del Redentore sopra tereno di sua propria ragione contiguo all’horto della sua casa Dominicale, mentre la fabrica sia fatta in forma decorosa con una sol porta respiciente sopra la publica strada lontana.

cappella gentilizia dei conti velo
La cappella vista dall’ingresso di villa Velo

La cappella gentilizia dei conti Velo oggi

Piccola, immersa nel verde. La cappella del Redentore accoglie i visitatori di spalle, quasi come una sentinella posta a proteggere villa Velo. La pianta ottagonale ricorda un battistero. Nessun ornamento esterno ad eccezione delle finestre. La porta di accesso è sormontata da una lunetta attualmente vuota. Alcune differenze cromatiche fanno pensare che una volta dovesse essere dipinta esternamente.

L’ingresso è chiuso, quindi in realtà non c’è molto da vedere. Ma forse per la posizione isolata, forse per la prospettiva che si crea con la vicina Arcipretale, la cappella gentilizia dei conti Velo trasmette un senso di tranquillità tipica dei luoghi ricchi di storia.

cappella del redentore velo d'astico
Facciata della cappella del Redentore
cappella del redentore velo d'astico
Portale d’accesso

La mia avventura nei luoghi dei conti Velo non finisce qui, ho ancora molto da scoprire. Sicuramente passeggiare tra questi luoghi libera l’immaginazione. Chissà come vivevano a quel tempo, chissà come Antonio Fogazzaro percepiva questo posto per decidere di raccontarlo nel suo libro.

Più di una semplice chiesetta di famiglia, la cappella del Redentore è da ammirare e rimirare.

cappella gentiliza dei conti velo
Differenze cromatiche sulla facciata

Aggiornamento del 16 agosto 2018:
Grazie a Nadio Iris Cuman (via Facebook), che ha trovato la chiesetta aperta durante una passeggiata, possiamo vedere l’interno della chiesetta. Un pensiero a sua madre che d’estate andava lì a messa.

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Sono Martina Polelli, abito a Velo d'Astico dal 2017 e con Love Velo d'Astico racconto la curiosità con cui sto scoprendo questo luogo coccolato dalle montagne. Una storia fatta di fotografie, pensieri ed esperienze. Una storia scritta per far innamorare chi già conosce questo paese e chi ci capita per caso.

Un commento

  • Riccardo Velo

    Ciao. Io Vivo a Napoli e sono Napoletano. Curiosando sulle origini del mio cognome ho scoperto che nella mia amata Napoli, si potrebbe dire veramente che ci sono solo io e la mia famiglia come Velo; e’ davvero raro come cognome per Napoli e provincia. Mi ha incuriosito che in Veneto invece e’ vastamente diffuso. E poi questa localita’ Vicentina chiamata Velo d’astico che ha preso il nome da questa antica famiglia di conti. Molto bello. Tutto molto entusiasmante. Mi piacerebbe approfondire meglio se ci potessero essere legami di discendenza tra me e i Velo; chissa’. Per certo credo che si possano avanzare grosse
    probabilita’ che il mio cognome abbia origini venete, tanto piu’ perche come dicevo, statisticamente, in Veneto e’ diffusissimo mentre nella mia citta’ e’ raro trovarlo.

    Insomma: storia tutta da scoprire, anche perche’ amo il Veneto e in particolare mi attrae molto Verona, dove tra l’altro anche li’ ho scoperto che vi e’ una localita’ denominata Velo Veronese. Insomma questi velo sono dappertutto meno che a Napoli.

    Ciao Visita Napoli che e’ stupenda te lo dice un “Velo”.✌

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